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Pubblicità sessista. Cassì: “Segnalata all’autorità”

Il doppio senso su "Vienimi dietro" fa discuttere Ragusa

Non è certo passato inosservato il cartellone pubblicitario provocatorio che pubblicizza un’azienda rivenditrice di veicoli elettrici. “Vienimi dietro, sono elettrica” è l’ambiguo messaggio che da ieri i ragusani si sono trovati stampato su diversi impianti dedicati all’affissione dei 6×3. Ma oltre al facile doppio senso, c’è di più: al messaggio è stato accostato anche il corpo di una ragazza seminuda, girata di spalle e con addosso un casco e un perizoma, a bordo di uno scooter elettrico. E in questo modo, il riferimento sessuale passa da velato a sventolato.

Volutamente provocatorio. Nell’epoca in cui viviamo, siamo letteralmente bombardati dai messaggi pubblicitari e l’unico escamotage per differenziarsi è trovare qualcosa che faccia veramente saltare dalla sedia. Nel mondo pubblicitario, chi ha fatto scuola in questo senso è certamente Oliviero Toscani, spesso al centro di molte polemiche legate alle sue campagne dai messaggi molto forti. Ma tra un messaggio forte e uno prettamente di cattivo gusto, spesso il limite è molto sottile. Lo spot che sta indignando i ragusani porta in bella vista i riferimenti dei suoi creatori: “Foto di Aldo Sortino – Grafica Officine Creative Studio”.  In altre parole, tutt’altro che novellini, ma professionisti con molti anni di esperienza alle spalle. Abbiamo chiesto spiegazioni al titolare dell’agenzia, che ci ha spiegato: “La mente contorta di qualcuno ha distorto totalmente il nostro messaggio pubblicitario, è chiaro che sapevamo già del doppio senso del claim! Ma per noi il ‘vienimi dietro’ è sinonimo di seguimi o raggiungimi”. 

Le reazioni della città. Tra facile ironia e indignazione, in queste ore non si parla d’altro. I ragusani – ma non solo – si sono scatenati sui social, andando a commentare il medesimo post pubblicitario sulla pagina Facebook di Attrazione Elettrica. Non si è fatta attendere la reazione del primo cittadino di Ragusa, Giuseppe Cassì, che tramite una nota stampa ha fatto sapere: “Sulla vicenda del manifesto pubblicitario di cattivo gusto esposto in città, vi informo che abbiamo già inviato una segnalazione all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria affinché adotti tutti i provvedimenti di propria competenza. L’Istituto ha sottoscritto un Codice di autodisciplina che consente di bloccare e far ritirare le campagne sessiste o offensive a un apposito organo giudicante, il Giurì della pubblicità. Al tempo stesso stiamo procedendo con una diffida per l’agenzia pubblicitaria. Essendo però convinto che l’obiettivo di chi ha predisposto il manifesto fosse proprio quella di creare clamore, eviterò ogni ulteriore commento”.

Bene o male, l’importante che se ne parli. Lo scriveva già Oscar Wilde, nel suo Ritratto di Dorian Gray, ed evidentemente è stato alla base del messaggio di questa campagna. Ma al di là della trovata pubblicitaria – che sicuramente ha portato a un’esposizione maggiore del brand rispetto a quella che avrebbe potuto avere con una campagna “convenzionale” – cosa rimarrà dopo le polemiche? Certamente un po’ di ipocrisia da parte di tutti, soprattutto quelli che ben pensano.

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