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Covid-19, sicurezza per i sanitari: i flashmob non bastano, servono risposte

Il silenzio delle autorità locali sulle criticità emerse in questi giorni sta diventando assordante

Dopo un paio di giorni di stasi, coincisi con il guasto al macchinario che effettua i tamponi a Ragusa, nella nostra provincia si torna ad accertare la positività di alcune persone al Covid-19. Nelle ultime ore sono stati confermati nuovi casi e, purtroppo, anche il decesso di una donna modicana di 45 anni, la cui positività al virus è stata confermata solo dopo la morte.

Tra i nuovi positivi ci sono anche due operatori sanitari, già posti in isolamento dopo aver avuto contatti diretti con un altro caso di Covid-19. Entrambi risultano essere completamente asintomatici. Con la positività del loro tampone torna in auge la questione sicurezza per tutto in comparto medico, sulla cui situazione si è espresso – a mezzo social – l’ex segretario generale della CGIL, Giovanni Avola, il quale si fa portavoce di una serie di problematiche emerse al Maggiore di Modica, hub principale per la cura del Covid-19. Oltre a evidenziare una difformità nelle procedure tra gli ospedali di Modica e Ragusa, emerge che medici e infermieri attendono da due settimane l’esito dei propri esami, continuando a lavorare in una situazione di ansia e incertezza, visto che  l’interrogativo più comune che qualsiasi operatore si pone è: “Sono forse un positivo asintomatico?”

Avola pone l’accento in primis sulla sicurezza, scrivendo: “Il personale sanitario e parasanitario (di numero incerto e limitato) già sottoposto a tampone aspetta, forse da Catania, il relativo referto da ben tredici giorni. Inspiegabile. E se qualcuno risultasse positivo? Quanti tamponi sono stati fatti?”.  Anche a Modica, a quanto pare, come negli altri ospedali siciliani, la carenza del materiale si fa sentire. E Avola lo sottolinea affermando: “Nessuno percorso formativo per il personale, attrezzature insufficienti, carenza di mascherine, chirurgia priva di mascherine filtranti FFP2 e FFP3 e camici chirurgici. Il personale medico reclama il tampone diagnostico per ogni ricoverato, ma non ottiene risposta dall’Azienda. [..] Non una parola dalla massima autorità sanitaria cittadina, il sindaco, e naturalmente dal municipalismo d’accatto che stavolta è affetto da un nuovo virus, la silenzite acuta”. E infine, Avola si chiede se i vertici dell’ASP e quelli regionali siano al corrente di quanto sta succedendo  Domande che abbiamo provato a porre noi stessi al Direttore Generale dell’ASP 7 di Ragusa, Angelo Aliquò, il quale però ci ha gentilmente risposto di non avere materialmente il tempo per replicare alle affermazioni di Avola, poiché impegnato a tempo pieno nel risolvere gli innumerevoli problemi che giornalmente si presentano.

Tra i problemi da affrontare in corsia c’è sicuramente quello di poter garantire la continuità nelle procedure di analisi con i tamponi che, come afferma una nota dell’Azienda Sanitaria Provinciale, prosegue al ritmo di 100 esami al giorno. Eppure, al di là delle dichiarazioni ufficiali rilasciate alla stampa, sui social corre il malcontento delle persone che raccontano la loro esperienza diretta, anche per esorcizzare l’ansia durante l’attesa del risultato di quel benedetto tampone. E le parole delle persone sembrano un po’ meno incoraggianti delle dichiarazioni ufficiali, tenendo conto che ci sono casi – considerati non urgenti – che aspettano un esito da quasi un mese.  L’ASP però sottolinea che “l’attività di prelievo dei tamponi sul territorio continua, sia negli ospedali che per i soggetti in quarantena. Da domani partiranno i campionamenti per ulteriori 240 cittadini che hanno completato il periodo di quarantena tra Scicli, Comiso e Ragusa”. Che sia la volta buona?

Oltre ai tamponi, inoltre, è ormai nota la pecunia di reagenti che riguarda un po’ tutta Italia, tanto che sull’argomento è intervenuto lo stesso Ministro della Salute, Ruggero Razza, che ha affermato: “La valutazione medica è di natura clinica. La Tac può essere nelle condizioni di evidenziare una polmonite interstiziale e questa può essere facilmente in correlazione dai medici con altre sintomatologie come l’influenza, la febbre e le difficoltà respiratorio”. Tuttavia, come dimostrano anche i casi confermati oggi, il problema principale restano gli asintomatici, individuabili esclusivamente tramite i tamponi.

La situazione nel ragusano, sotto le festività pasquali, resta comunque seria e non è il momento di abbassare la guardia. Tant’è che non sembra così remota la possibilità che arrivi presto una proroga delle misure di contenimento, almeno fino al prossimo 2 maggio. Nell’attesa, però, ci auguriamo che oltre ai flashmob per raccogliere facili consensi sui social, arrivino anche delle risposte concrete per tutto il personale impegnato in prima linea nella lotta al Covid-19 e non solo. Perché i “grazie” miglioreranno anche l’umore, ma non proteggono dal contagio.

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